Nelle strategia di vendita della camere d’albergo, (ma anche di pensioni, villaggi turistici, campeggi…) un aspetto che non sempre viene preso in considerazione è l’inclusività.
Attenzione al cliente e personalizzazione dell’offerta sono i valori cardini per i professionisti dell’hospitality, ma cosa vuol dire per una struttura turistica aumentare la sensibilità verso un’accoglienza accessibile?
In questi ultimi mesi ci siamo accorti di quanto sia importante per l’ospite soggiornare in una struttura certamente accogliente, ma soprattutto sicura e attenta alle esigenze dei singoli clienti.
In ogni momento dell’anno però offrire ai potenziali clienti che hanno una disabilità o bisogni speciali, servizi e spazi adeguati significa garantire una vacanza di qualità e una vera esperienza di ospitalità accessibile per tutti.
Perché pensare ad un’accoglienza accessibile
Secondo la legge italiana, le strutture ricettive per potersi definire accessibili, devono rispondere a dei requisiti ben precisi. Il Decreto Ministeriale 236/1989 e la Legge 104/1992, che all’articolo 24 parla di “Eliminazione o superamento delle barriere architettoniche“, sono le normative principali a cui fare riferimento.
Il decreto ministeriale, in particolare all’articolo 5, elenca una serie di linee guida a cui gli spazi di hotel e le strutture ricettive sono soggetti in modo da poter garantirne la fruibilità a tutte le persone, compresi disabili, anziani e persone con altre difficoltà.
Offrire una struttura priva di barriere architettoniche permette di aprirsi a nuovi potenziali utenti e di entrare nelle guide dedicate al turismo accessibile che molti enti territoriali e associazioni stilano ogni anno, per promuovere un’accoglienza attenta alle esigenze di autonomia delle persone.
Perché una struttura turistica possa definirsi accessibile deve ovviamente seguire le normative che regolano l’abbattimento delle barriere architettoniche, ma non solo quelle.
Il requisito della visitabilità
Alberghi e strutture ricettive, in quanto edifici privati aperti al pubblico, devono rispettare il requisito della visitabilità.
“Per visitabilità si intende la possibilità, anche da parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di accedere agli spazi di relazione e ad almeno un servizio igienico di ogni unità immobiliare. Sono spazi di relazione gli spazi di soggiorno o pranzo dell’alloggio e quelli dei luoghi di lavoro, servizio ed incontro, nei quali il cittadino entra in rapporto con la funzione ivi svolta – Art.2 DM 236/89.”
Se volessimo semplificare e tradurre questo requisito rapportandolo al mondo dell’ospitalità possiamo parlare di empatia. La capacità di mettersi nei panni dell’ospite, di ascoltarlo e di prendersi cura dei suoi bisogni.
Non solo realizzando una struttura a norma che vada incontro alle esigenze di tutti i possibili clienti, anche di quelli affetti da disabilità o che hanno bisogno di ausili per muoversi, come gli ipovedenti, ma pensando a tutti gli strumenti e i servizi che possono guidare e accompagnare l’ospite durante il soggiorno.
Eliminare il disagio di una scala ripida è sicuramente un’azione necessaria, ma pensare a quali strumenti e quali tecnologie possano migliorare il confort dell’ospite (qualsiasi ospite!) è un investimento sulla vostra professionalità e la guest experience.
La tecnologia per migliorare la guest experience di TUTTI gli Ospiti di una struttura ricettiva
Un’attenzione e un’attitudine ad ascoltare tutti i potenziali clienti per chi oggi gestisce una struttura alberghiera.
Perché l’importante è sempre attenersi ad una sola regola nel mondo dell’ospitalità, soprattutto quando bisogna fare delle scelte, quella di mettersi nei panni degli ospiti.
Di tutti gli ospiti.
Damiano Pedron
Responsabile marketing per Aitech